Centro  t a n t e   t i n t e

La classe multiculturale:i dispositivi e le pratiche quotidiane

A cura di Annalisa Peloso

piccolo strumento operativo

utile nella consulenza  al centro  t a n t e    t i n t e  

e nel fai-da-te quotidiano dell’insegnante

Il quadro d’insieme

L’intercultura è il termine con cui definiamo l’universo di pensieri, azioni, aspettative che nascono dalla vita di tutti i giorni al contatto, vissuto o immaginato, con persone che agiscono più o meno consapevolmente visioni del mondo, emozioni, uguaglianze e alterità.

Gli studiosi ci dicono che l’universo psichico è un “precipitato” della cultura in cui la persona è immersa, e quindi ne costituisce una caratteristica ed un vincolo quasi altrettanto forti delle caratteristiche fisiche ereditarie. Se infatti emozioni come l’amore, la paura, la rabbia oppure l’interrogarsi sul senso dell’universo, o ancora lo stare nella società e pensare alla sopravvivenza, alla famiglia, sono dati universali, ecco che i modi della loro espressione sono infinitamente vari.

Sono queste differenti forme a presentarsi quando si tratta di intercultura, e molto spesso non si conciliano, risultano indecifrabili, a volte pericolose per l’identità personale e del gruppo.

L’intercultura quindi attiene al mondo del disordine, del confronto irrisolto, della fatica dell’incontro, della difficoltà di dare nome a differenze invisibili, che però è necessario polarizzare e portare alla luce, per comprendere e negoziare, per riportare la serenità.

Così è infatti con i nostri alunni stranieri, che ci portano subito fuori dal nostro ruolo di docenti, dal nostro “ordinamento”. Perché intanto non possiamo fare il nostro mestiere, insegnare appunto, in quanto i bisogni sono diversi, come ad esempio la non conoscenza dell’italiano, che non è così facile insegnare come lingua seconda; in quanto gli apprendimenti e i comportamenti non corrispondono sempre alle tappe evolutive dello standard atteso; in quanto “il programma” incombe… Raccogliamo storie di bambini ipercinetici, depressi, che non fanno i compiti, con genitori che non si comportano come ci aspettiamo.

Questioni che ci mettono in crisi, che ci spingono a chiedere certificazioni per l’handicap, ad esporre più lungamente alla scuola questi alunni, talvolta declinandone le lacune scolastiche, che si rivelano più profonde dell’atteso, con la rassegnazione, il “surplace”, a volte con la bocciatura. Questioni che non si limitano all’alunno straniero, ma che cambiano il clima relazionale nella classe, con i colleghi, con i genitori.

Se questo è quindi il “disordine” in cui la classe multiculturale ci mette, perché l’intercultura non viene più intesa soltanto come un allargarsi delle conoscenze di modi di vivere diversi dal nostro, ma come incontro con  differenti bisogni e modalità nella vita di tutti i giorni, è senz’altro da lì che siamo obbligati a partire. Questi incontri con le differenze culturali ci costringono ad interrogarci, quasi vedendo riflesso nello specchio il nostro modello pedagogico, le nostre pratiche educative, i criteri per ridefinire le nostre professionalità e per finalizzare in maniera efficace le risorse.

Molti insegnanti, dirigenti, scuole si sono attivati e continuano a farlo, consapevoli che l’intercultura ci obbliga ad una conversione dello sguardo, trasversale alle discipline, ad un fatto squisitamente culturale quindi. Fatto che va coniugato a risorse certe e pianificabili, sia in termini di denari, che di competenze professionali e di strumenti.

Questo quadro e questa analisi collocano il lavoro del centro  t a n t e   t i n t e  in questi anni all’interno di un processo di ascolto ed interpretazione dei bisogni di tutti gli attori del mondo della scuola (docenti, dirigenti, alunni, famiglie), bisogni talvolta esplicitati e talvolta vissuti sotto forma di conflitti non risolti.

Il contatto quotidiano con le scuole, la raccolta e l’esame delle progettualità espresse, il confronto con saperi di studiosi che hanno offerto a noi e a molti occasioni di crescita, il lavoro in rete con i servizi e il territorio, lo sguardo oltre i nostri confini provinciali, fino alla dimensione europea, l’incontro con le famiglie immigrate, i mediatori culturali, costituiscono lo sfondo che ci ha visti protagonisti, assieme a tanti colleghi insegnanti e non, di una ricerca tesa a riportare l’agire quotidiano nella classedentro un clima di vivibilità per tutti (un clima possibile, se non ancora il migliore).

 

L’ipertesto “orale”: un modo di fare consulenza

Il programma qui strutturato, e che viene presentato alle scuole durante gli incontri di consulenza e di formazione, si focalizza sugli obiettivi di “mettere a regime l’emergenza” e di fornire dispositivi e pratiche che, a partire dalle risorse esistenti o facilmente reperibili, consenta alla scuola di prepararsi ad accogliere l’intercultura, accettando nel momento iniziale di essere un buon contenitore multiculturale e una palestra di accettabile convivenza. Si è cercato di sintetizzare le tematiche dell’accoglienza della famiglia straniera, dell’inserimento dell’alunno nella classe, dell’istituzione del laboratorio linguistico, della sensibilizzazione interculturale a tutti gli alunni, delle attenzioni alla formazione dell’identità del minore straniero e della relazione con la famiglia.

Il lavoro è stato fatto “a sguardi incrociati”, avendo cioè presenti le multiple esigenze di docenti, alunni e famiglie, a volte lontane, e cercando una sintesi in grado di ricomporre armonicamente tensioni verso obiettivi a volte divergenti.

Viene presentato come la mappa di un contenitore ipertestuale, in cui ogni pagina ed ogni titolo costituiscono l’etichetta di un piccolo serbatoio di saperi e di pratiche che viene aperto ed analizzato verbalmente (di qui la sua caratteristica di “oralità”) durante l’incontro di consulenza con l’operatore, con cui si va a costruire la risposta al bisogno espresso, e a cui allora vengono mostrati gli strumenti di lavoro utili in quella circostanza: le bibliografie, i testi, le ricerche, le diverse metodologie, i contatti… , orientandolo attraverso il mare magnum delle proposte e delle esperienze che, ormai lo possiamo dire anche in Italia, abbondano nel settore interculturale.

 

 

A C C O G L I E N Z A     G E N I T O R I

AZIONI   DIRETTE

Þ  RACCOLTA DOCUMENTI/AUTOCERTIFICAZIONI

Þ  CONOSCENZA DEL PROGETTO MIGRATORIO

Þ  RACCOLTA DATI SULLA STORIA DELL’ALUNNO

Þ  PRESENTAZIONE DEL SISTEMA SCOLASTICO

Þ  ESPLICITAZIONE DEL PROGETTO INTERCULTURALE DELLA SCUOLA

Þ  ESPLICITAZIONE DEI DIRITTI/DOVERI E DEI VALORI DI FONDO DELLA SCUOLA ITALIANA (integrazione handicap fisico e psichico-logica dell’integrazione-sistema delle punizioni-rapporto con l’insegnante ecc.)

Þ  EVENTUALE NEGOZIAZIONE INTERCULTURALE

AZIONI   INDIRETTE

Þ   PASSAGGIO DI INFORMAZIONI TRA ORDINI DI SCUOLE (es. dall’elementare alla media: lettura scheda d’iscrizione, incontro con i docenti)

Þ   INFORMAZIONI DA ASSISTENTI SOCIALI, PSICOLOGI, EDUCATORI ...

MODALITA’

1.     ACCOGLIENZA INIZIALE DELLA SEGRETERIA

2.    INCONTRO DEL REFERENTE ALL’INTERCULTURA

3.    PRESENZA DI INTERPRETI/MEDIATORI

STRUMENTI

NODI CRITICI

·       difficoltà di comprensione con la famiglia, dovute a scarsa conoscenza della lingua, documentazione incerta o mancante

·       possibilità di conflitto su esigenze culturali, abitudini, aspettative reciproche

·       scarsa sensibilità del personale scolastico (poca conoscenza del problema, rigidità, desiderio di assimilazione)

·       disorientamento della famiglia per le cause e gli esiti della migrazione

·       imprecisione nella scelta della classe d’inserimento

A.   SCHEDE SCUOLA/FAMIGLIA IN PIU’ LINGUE

RISORSE

·       richiesta di schede in più lingue già predisposte da vari centri di documentazione

·       raccolta aggiornata della normativa e di sistemi scolastici di altri paesi

·       indirizzario di interpreti (altri genitori, amici o parenti della stessa famiglia, mediatori professionali)

·       personale scolastico formato

B.  INTERPRETIATO

 

 

A C C O G L I E N Z A     A L U N N I

ACCOGLIENZA NELLA CLASSE

Þ  INFORMARE LA CLASSE DELL’ARRIVO DEL NUOVO COMPAGNO

Þ  ESPLICITARE IL PROGETTO INTERCULTURALE DECISO PER QUEL RAGAZZO (eventuali laboratori linguistici, conoscenza della sua e/o di altre culture, presa in carico di tutto il gruppo scuola - adulti e ragazzi - delle sue difficoltà)

Þ  CREARE UN CLIMA DI ATTESA

Þ  DEDICARE DEL TEMPO AD ATTIVITA’ DI BENVENUTO E DI CONOSCENZA TRA I RAGAZZI

Þ  PREPARARE UNA CLASSE VISIBILMENTE MULTICULTURALE

Þ  ACCOMPAGNARE L’ALUNNO IN VISITA ALLA SCUOLA

Þ  PAROLE DI BENVENUTO NELLA SUA LINGUA D’ORIGINE

PRIME OSSERVAZIONI DELL’INSEGNANTE

Þ  PREDISPORRE UNA SCHEDA DI RILEVAZIONE A PIU’ VOCI:

·      INFORMAZIONI PIU’ DETTAGLIATE SUGLI STUDI PREGRESSI

·      CONOSCENZA DELLE SUE ABILITA’ VERBALI E NON VERBALI

·      LIVELLO DI COMPETENZA LINGUISTICA IN ITALIANO (TEST)

·      INFORMAZIONI SU ATTITUDINI E PREFERENZE

TEMPI

NODI CRITICI

·       difficoltà di comprensione verbale

·       ansia del docente

·       scarso rispetto dei tempi di silenzio dell’alunno

·       “aggressione scolastica”

·       poca formazione del personale rispetto alle tematiche interculturali

·       scarsa attenzione al clima della classe

·       atteggiamento di delega dei docenti

DEDICARE IL PRIMO MESE DI INSERIMENTO A QUESTE ATTIVITA’

RISORSE

·       il referente all’intercultura come tutor iniziale per la classe e per i docenti

·       visione di progetti di accoglienza già sperimentati in altre realtà scolastiche o suggeriti da esperti, centri di documentazione

·       carte geografiche aggiornate (Petters)

·       giochi di conoscenza

·       foto/depliants turistici

·       scritte in più lingue alle pareti

·       test per la lingua, schede di rilevazione abilità

Centro   t a n t e   t i n t e

Programma “Stranieri a scuola”

I L   T E M P O   D E I   P R O G E T T I

Þ  ESAME DELL’ESITO DELLE OSSERVAZIONI INIZIALI

Þ  DEFINIZIONE DEI BISOGNI

·      DELL’ALUNNO STRANIERO

·      DELLA CLASSE

·      DEI DOCENTI DI CLASSE

·      DELLA FAMIGLIA

Þ  DEFINIZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO NECESSARIE

·      COMPETENZE LINGUISTICHE

·      OBIETTIVI MINIMI DISCIPLINARI

·      INTERCULTURA IN CLASSE

·      CLIMA RELAZIONALE DELLA CLASSE

·      RAPPORTO CON LA FAMIGLIA

Þ  PROGETTAZIONE DETTAGLIATA, RISPETTO A CRITERI DI FATTIBILITA’, DI OBIETTIVI, TEMPI, METODI, STRUMENTI, VERIFICHE

Þ  REPERIMENTO RISORSE INTERNE O ESTERNE ALLA SCUOLA

·      PERSONALE

·      COMPETENZE

·      COLLABORAZIONI

·      FINANZIAMENTI

ÞINDIVIDUAZIONE DI UN TUTOR DEL PROGETTO (referente all’intercultura, docente di classe)

 

 

 

L’ I T A L I A N O     L I N G U A   2

1.     AVERE CHIAREZZA SULLE RISORSE DISPONIBILI NELLA SCUOLA (competenze-personale-materiali)

2.    ACQUISIRE COLLABORAZIONI (insegnanti facilitatori, insegnanti in pensione, interpreti ...)

3.    ELABORARE UN PROGETTO DA INSERIRE NEL POF

4.    PROGRAMMARE ATTIVITA’ DI FORMAZIONE PER I DOCENTI

5.    INTEGRARE LE RISORSE DELLA SCUOLA CON PROGETTI IN RETE, SCUOLA/TERRITORIO ...

ACQUISIRE COMPETENZE

Þ  PUNTO DI VISTA DELL’INSEGNAMENTO (conoscenza della metodologia e della didattica di una seconda lingua o almeno di una lingua straniera)

Þ  PUNTO DI VISTA DELL’APPRENDIMENTO (strategie cognitive dell’apprendente, sequenze di apprendimento nell’interlingua, tempi di acquisizione della lingua di comunicazione e dei concetti ..)

Þ  PUNTO DI VISTA DELLA MOTIVAZIONE (individuazione delle cause dell’insuccesso, nonostante l’uso di mezzi corretti)

LABORATORI LINGUISTICI DI 1° LIVELLO                          

Þ   la lingua di comunicazione

LABORATORI LINGUISTICI DI 2° LIVELLO

Þ   la lingua dello studio

LABORATORI LINGUISTICI DI 3° LIVELLO

Þ   la lingua delle discipline


PROGRAMMARE LE ATTIVITA’ DIDATTICHE

COINVOLGIMENTO DI TUTTI I DOCENTI

Þ  CONTENUTI MINIMI PER LE DISCIPLINE

Þ  STILE COMUNICATIVO ADEGUATO (strategie di riduzione     ed elaborazione di fonologia, morfologia, lessico)

 

 

 

F A R E   I N T E R C U L T U R A

CON TUTTI GLI ALUNNI

AZIONI A LIVELLO COGNITIVO

Þ NELLE DISCIPLINE E FUORI DAL CURRICULUM

Þ  USCIRE DAGLI ETNOCENTRISMI

Þ  EVITARE GLI STEREOTIPI

Þ  EVITARE IL FOLKLORE

Þ  SENSIBILIZZARE

Þ  USARE METODOLOGIE E STRUMENTI ADEGUATI (storie di vita, inchieste, ricerche, testimonianze, letteratura di altri paesi e di immigrati in Italia, momenti di incontro, musica ecc.)

Þ  INTERAZIONE

Þ  COINVOLGIMENTO

Þ AUTOSTIMA

Þ   NON APPIATTIRE GLI INDIVIDUI SULLE CULTURE D’ORIGINE

Þ   NON METTERE SOTTO I RIFLETTORI CHI VUOL FAR DIMENTICARE LA SUA DIVERSITA’

Þ   NON PENSARE CHE L’INCONTRO TRA LE CULTURE SIA SOLO UN PROBLEMA DI “SAPERI”, DI “CONOSCENZE”, DI “SENSIBILIZZAZIONE”

Þ   LAVORARE SUL PROPRIO COMPORTAMENTO E VERIFICARE LE PROPRIE CONVINZIONI

Þ   FAVORIRE LA SOCIALIZZAZIONE, LA SOLIDARIETA’, LA COMPRENSIONE DELLE DIFFICOLTA’

Þ   IMPARARE A LEGGERE LE DIFFERENZE E ACCETTARLE, SENZA ENFATIZZARLE

Þ   ESSERE DEI BUONI “ACCOMPAGNATORI” NEL CAMBIAMENTO DI IDENTITA’

Þ   GESTIRE I LIVELLI DEL CONFLITTO, ANCHE QUANDO E’ INCONCILIABILE

Þ   INTRODURRE L’ATTENZIONE E L’EDUCAZIONE DEI SENTIMENTI E DELLE EMOZIONI

Þ   EVITARE ATTEGGIAMENTI DI ASSIMILAZIONE

NELLA RELAZIONE

 

CON L’ALUNNO STRANIERO

Þ      DOCUMENTARSI SUI PROCESSI DI FORMAZIONE DELL’IDENTITA’ NELLA MIGRAZIONE

Þ      CONOSCERE LE DINAMICHE GENERALI DEL RAPPORTO TRA 1^ E 2^ GENERAZIONE DEGLI IMMIGRATI, LE PROBLEMATICHE DEI FIGLI DI COPPIA MISTA, DELLE ADOZIONI INTERNAZIONALI

Þ      COMPRENDERE LA REALTA’ AMBIENTALE E PSICOLOGICA DELL’ALUNNO

NODI CRITICI

Þ  non giudicare e non sminuire ai suoi occhi le scelte e i comportamenti della famiglia

Þ  evitare atteggiamenti “sostitutivi” dei genitori, di “adozione”

Þ  evitare di usare l’alunno come ponte nei rapporti scuola/genitori

Þ  attenzione al sistema delle “alleanze”, inserendosi nei conflitti culturali tra l’alunno e la sua famiglia

Þ   lavorare nel confronto tra culture evitando contrapposizioni del tipo “culture tecnologiche/primitive” “ricchi7poveri”, ma focalizzare l’attenzione sui valori, gli stili di vita, i “pieni anziché i vuoti

Þ      AIUTARLO A CRESCERE “MULTICULTURALE”,  RENDENDOLO CONSAPEVOLE DEGLI ASPETTI CULTURALI DIVERSI CHE FORMANO LA SUA IDENTITA’ E LA SUA STORIA

CON LA FAMIGLIA IMMIGRATA 

·      VENIRE A CONOSCENZA DI ALCUNI ASPETTI SOCIO-FAMILIARI DELLA CULTURA D’ORIGINE (ruoli nella famiglia, rapporti di genere e fra generazioni, trasmissione dell’autorità, vissuto della religiosità ...)

·      MOSTRARE FLESSIBILITA’ VERSO LE DIFFICOLTA’ DI COMPRENSIONE E DI ADATTAMENTO AL NOSTRO SISTEMA SCOLASTICO

·      INTERESSARSI AL DIVERSO SISTEMA DI VALORI, ALLE ASPETTATIVE VERSO LA SCUOLA E GLI INSEGNANTI: “QUI DA NOI SI FA COSI’, E DA VOI COME SI FAREBBE?”

·      NEGOZIARE LE INCOMPATIBILITA’, ANCHE CON L’AIUTO DI MEDIATORI

·      EVITARE DI DEMONIZZARE LE DIFFERENZE INCONCILIABILI, USANDO LA “SOSPENSIONE DEL GIUDIZIO” PER RIPRISTINARE LA COMUNICAZIONE

·     RISPETTARE LA GENITORIALITA’, CERCANDO DI NON PASSARE ATTRAVERSO I FIGLI E FAVORENDO MOMENTI DI INCONTRO ANCHE NON FORMALI